Per fondi pubblici si intende la provenienza da archivi sovracomunali, principalmente milanesi, come l’Archivio di Stato, l’Archivio Storico Comunale contenuto nella Biblioteca Trivulziana al Castello, la Biblioteca Braidense ecc.
Tra gli archivi pubblici trezzesi si collocano quello comunale e quello parrocchiale. Il primo costituisce capitolo dedicato di questo Portale. L’archivio parrocchiale di Trezzo vanta il fondo anagrafico più antico della città, risalente al 1570 per volere di S. Carlo Borromeo. Nei registri vi si possono trovare colorite annotazioni lasciate dai compilatori (parroci, curati) che, superando la pura trascrizione di nascite, matrimoni e decessi, svelano la chiave di lettura per comprendere la Società del periodo. Una nota del sacerdote Carlo Giuseppe Meazza, parroco del borgo dal 1768 al 1807, attesta l’entrata in vigore, in data 17 maggio 1798, dei Registri Civili, in conseguenza dell’Amministrazione Francese (Repubblica Cisalpina), segnando il passaggio ad una registrazione decisamente più fiscale di competenza municipale.
Tra le carte preziose si segnala una distinta di pagamento, datata 1591, per le “pitture” realizzate nella chiesa di Trezzo. La firma in calce appartiene ad Aurelio Luini, figlio del più celebrato Bernardino. La scoperta porrebbe fine alla contesa sugli affreschi dell’abside, attiva dagli anni Novanta del secolo scorso, oscillante nell’attribuire la paternità ora ai fratelli Campi, ora al nominato Bernardino.
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