Alterige Giorgi

Codena (Carrara), 1885 – Carrara 1970

Scultore, autore del Monumento ai Caduti di Trezzo sull'Adda

Figlio di un proprietario di cave di marmo, intraprende la carriera artistica iscrivendosi nel 1904 alla scuola di scultura presso la Reale Accademia di Belle Arti di Carrara, diretta in quegli anni dal siciliano Lio Gangeri.

Diplomatosi nel 1908, partecipa al Concorso per il Pensionato Artistico Nazionale segnalandosi con il bassorilievo Vita Campestre, apprezzato dalla commissione giudicatrice che “gli concede a premio una grande medaglia d'oro con distintissima lode”.
Nel 1911 vince il Premio Fabbricotti con l'opera in marmo Solleone e, due anni dopo, il Concorso per il Pensionato indetto dalla locale Accademia con I gladiatori alla meta sudante, opera che segna una decisa maturazione del linguaggio di Giorgi, da una plastica venata da un verismo sociale stemperato dalla lezione dei francesi, verso una ricerca piu' attenta ai valori della classicita'. L'aggiudicazione del premio gli vale il soggiorno romano presso lo studio dello scultore Giuseppe Guastalla, sotto la cui direzione esegue Il lottatore (1915), dove sembra perfezionare la ricerca insistita sul corpo umano e sulle masse muscolari.

All'indomani della fine della guerra apre il suo studio a Vezzala e inizia la collaborazione con i laboratori Beretta e Lazzerini dove, fra l'altro, realizza l'altorilievo in marmo Il trionfo delle armi italiane (1919) per l'Ossaario Monumentale del Piave di Fagare'. Questa opera inaugura una fruttuosa produzione nel campo della scultura monumentale, interesse che correrà parallelo a quello per l'insegnamento, da Giorgi coltivato con grande passione. Nel 1922, infatti, viene nominato Professore Onorario all'Accademia di Belle Arti di Carrarra; sempre a Carrara, fino al 1924, svolge attività di docente anche presso la scuola serale per artigiani; dal 1924 insegna Plastica, Ornato e Figura presso l'Istituto Statale d'Arte di Massa, assumendone l'incarico di Presidente dal 1950 al 1956.
Nel frattempo continua la sua attività nel campo della scultura monumentale: nel 1922 vince il concorso per il Monumento ai Caduti di Trezzo sull'Adda: due anni dopo realizza la targa monumentale per la Piazza del Risorgimento, dedicata ai Martiri del Fascismo. Allogata nel 1922, era in lavorazione nel laboratorio Beretta gia' nel 1927.
Agli stessi anni risale il Monumento ai caduti di Codena, sorta di rivisitazione del già ricordato Monumento di Trezzo; fra il 1927 e il 1929 realizza i quattro punti da collocarsi ai bordi della Fontana Monumentale delLittorio in Piazza Pelu' a Massa, oggi Piazza Puccini; verso la fine degli anni Trenta realizza a Massa i tre medaglioni in marmo bianco per le facciate della Casa del Mutilato e la lunetta con il Battesimo di Cristo per il portale destro del Duomo.

Al 1939 risale il suo incontro con Arturo Martini, come testimonia un biglietto dedicatogli dal maestro dove si legge “A Giorgio Alterige, con amicizia Martini Arturo, 16 maggio 1938 / La natura non ha mai servito per essere fine all'arte / la natura non e' che il vocabolario.” Ma l'arte di Martini non influenza lo stile di Giorgi: egli sembra piuttosto intraprendere una lezione autonoma che corre parallela a quella di Arturo Dazzi, al quale lo legava l'apprendistato in Accademia e quindi una medesima visione eroica che esalta la bellezza del nudo maschile, avvertibile nella produzione monumentale.
Il forte senso plastico, vissuto all'insegna della semplicità e della chiarezza di forme e volumi, ritorna nelle opere di soggetto affettivo e familiare, fra cui si ricordano Il broncio (1918), Il bacio (1922-23), Bimbo con oca (1925), Bimba con palla (1930), Roberta con cane Medoro (1932) e soprattutto nel Ritratto a Emanuele III, una delle sue opere più belle con il quale aveva partecipato al Premio Vitttorio Emanuele III indetto nel 1931. Ma l'emotività che la sintesi dazziana non aveva mai del tuttto sopita si scioglierà in seguito in un linearismo di ascendenza Liberty, come emerge soprattutto dalle opere funerarie (Stele di Marcognano, 1939) e dalla ricca produzione di disegni che si conservano presso gli eredi.
All'indomani dal suo ritorno dal conflitto mondiale, impegnato nell'esecuzione della prima e della seconda versione (1948-50 e 1960) delle formelle in terracotta con le stazioni della via crucis per il Duomo di Carrara, e nella realizzazione di un busto a Mazzini per il lungomare di Bari, Giorgi è ormai lontano dalle indicazioni di sintesi strutturale dell'arte di Dazzi.

Laghi, A. V., Alderige Giorgi (scheda di), in Laghi Anna Vittoria (a cura di), Il Primato della scultura. Il Novecento a Carrara e dintorni, catalogo della X Biennale internazionale Città di Carrara, (a cura di Antonio Paolucci, Carlo Bordoni, Anna Vittoria Laghi), Maschietto, Firenze 2000, pp. 80-81

 

Bibliografia
  • Barotti, P. Percorso nella scultura di Alderige Giorgi, tesi di diploma dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, a.s. 1996-1997.
  • Bertozzi, M. Alderige Giorgi, in Bertozzi, M-Casazza, O-Moretti, M, L’Accento Interiore, Massa, 1966, p. 87.
  • Frediani, E. Alterige Giorgi, in L’APE – febbraio, 2009, p.3.
  • Laghi, A. V., Alderige Giorgi (scheda di), in Laghi Anna Vittoria (a cura di), Il Primato della scultura. Il Novecento a Carrara e dintorni, catalogo della X Biennale internazionale Città di Carrara, (a cura di Antonio Paolucci, Carlo Bordoni, Anna Vittoria Laghi), Maschietto, Firenze 2000, pp. 80-81.
  • Russo S. (a cura di), La Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, S.E.A, Massa 1996, pp. 129-130.